Pubblicato da: saraladelfa | 26 agosto 2010

Le donne mirabellesi…in 400 anni di storia.1610-2010

La Donna mirabellese…in 400 anni di Storia!

La città è il luogo in cui nasce e si dipana il dialogo tra diversi…essi si riconoscono via via, giorno per giorno.

Cosicché la città, come spazio costruito è pensiero oggettivato, parola fatta pietra, oggetto di  possibile permanente lettura, la cui conservazione è opera tanto materiale quanto spirituale. E’ appunto la condizione del mantenimento della sua vita attraverso il tempo.

L’uomo è parte integrante della storia, le sue gesta lasceranno alla memoria tracce indelebili, come una penna che scrive il suo tempo sul libro della vita; ricordando sempre che dietro le gesto dell’uomo si celava la vita di una grande donna.

La memoria come bene comune dove ognuno può ritrovare la propria identità e riconoscersi in un contesto politico- sociale.

Come una favola inizia il nostro racconto… una ricostruzione storica che vede protagoniste diverse figure di donne; donne importanti che meritano di essere riconosciute dalle nuove generazione per il loro contributo.

Tra storia e leggende il nostro paese diventa una realtà cittadina grazie all’impegno di Giuseppe Maria Paternò, che chiese e ottenne in data 11 settembre 1610 da Filippo III di Spagna la “licentia populandi” per costruire un villaggio sul feudo di Baldo.

Al nascente paese fu dato un nome singolare…Mirabella, un omaggio alla sposa del suo fondatore che per nome faceva Eleonora Mirabella.

Eleonora già vedova di 2 mariti fu “spesa” sul mercato matrimoniale per la terza volta al barone Giuseppe Maria Paternò in data 4 marzo 1595.

La sua dote andò a concretizzare il progetto di Giuseppe a fondare sulle terre di Baldo un villaggio, mentre la parentela dei Paternò venne utile ai Giurato Mirabella nella disputa tra le famiglie Grimaldi- Celestre nella contea modicana.

Le nozze tra Giuseppe e Eleonora portarono nelle casse dei Paternò un dote calcolata all’epoca di circa 16.000 once, la più alta donazione all’interno la storia del nostro paese.

Moglie devota e madre carissima, morì il 19 giugno 1626. Il suo corpo fu sepolto accanto al marito nella Chiesa dei Mercenari Scalzi a Modica.

Da quel momento diverse sono state le figure femminili a dare alla nostra storia e tradizione un impronta indelebile nel tempo.

Il paese però costruito nel feudo di Baldo non ebbe purtroppo esito felice.

La terra non risultò confacente ad un insediamento urbano poiché l’acqua e l’aria si rivelarono insalubri e malsane impedendo un adeguato sviluppo del villaggio.

Narra un leggenda popolare che al Baldo i bambini nascessero<< balbuzienti e con la voce nasina>>.

Giacinto Paternò, figlio di Giuseppe Maria decise di trasferire il paese sul feudo di Imakara Sottano nell’anno 1630. Ma ottenne l’autorizzazione regia il 18 aprile 1636.

Si dice che una vecchia, all’atto del trasferimento dei coloni da Baldo al nuovo sito in Imakara Sottano, non voleva abbandonare la sua casa a cui era affezionata e faceva a “sbruffa” cioè l’ostinata. Fu trasferita con forza dalle guardie del barone e per questo le fu data l’ingiuria di…<< A Sbruffa rò Castiddazzu>>.

Furono diverse le donne del Baldo a rimanere nelle loro case fino all’anno 1641 rifiutando di abbandonare il loro focolare.

La figura semplice della”sbruffa” vuole sottolineare l’attaccamento della donna alla sua casa, il focolare rappresentava per le povere donne del tempo l’unica ricchezza della loro esistenza, unico conforto e certezza.

Lo sviluppo del nuovo sito a Imakara sottano non fu facile, le difficoltà da superare furono molteplici, fu soprattutto la città di Piazza Armerina l’ostacolo più grande poiché si vide privata di consistenti introiti fiscali.

400 anni di storia sono passati, una cometa se pensiamo alla storia dell’uomo nel tempo; Mirabella non vanta grandi avvenimenti o personaggi di illustri ma di certo la nostra storia vanta grande protagoniste, ha vissuto molte storie di donne coraggiose e dal grande cuore, che hanno lasciato alla nostra memoria un importante esempio d’amore e di carità.

Il trasferimento al nuovo sito di Imakara sottano fu contrassegnato da un’altra figura femminile: Innocentia Tedeschi di Ascenso, barone di Toscano e di Margherita Paternò e Castello dei baroni di Aragona.

Giacinto sfruttò il matrimonio del figlio Giuseppe con la ricchissima Innocentia Tedeschi che portava in dote una somma di 17.000 scudi, ossia 6800 once.

Giacinto prende in prestito dal figlio Giuseppe, con l’interesse al 6% la somma di 1850 once utilizzate per rogito notarile,per la costruzione del Castello e altri fabbricati nonché l’acquisto della “mero et misto impero” sul nuovo sito.

In cambio Giuseppe ottenne dal Padre Giacinto donazione”propter nupitas” delle baronie di Raddusa, di Mirabella col titolo di barone d’Imbaccari.

La storia della giovane coppia si consuma in pochi anni, morti prematuramente,tra il 1641 e 1643, per salute malsana riposano all’interno di questa Chiesa in un sontuoso monumento funebre, andato distrutto durante il terremoto del 1693.

Oggi rimane solo una fredda lapide con un’epigrafia che né ricorda la sfortunata vita.

Mirabella fu governata per 4 secoli da 2 poteri: potere baronale, a cui il Parlamento Siciliano aveva venduto la “mero et misto impero”,cioè la facoltà di esercitare potere civile e penale sui vassalli,  e dal potere religioso rappresentato in paese dal parroco.

Anni difficili si susseguirono, una realtà precaria fu aggravata da due avvenimenti negativi:il crac finanziario di Francesco Maria Paternò e da un terribile terremoto che nel  gennaio 1693 distrusse tutta la Sicilia orientale, solo Mirabella contò circa 150 morti.

Il terremoto segnò un passaggio di potere entravano in possesso di Mirabella la potente famiglia dei Trigona.

Le ricchezze della Famiglia Trigona permise una veloce e proficua opera di restauro, il paese fu risollevato dai danni del terremoto, con aiuti alle case e opere varie.

La famiglia Trigona governò Mirabella per 54 anni, dal 1693 al 1737.

Anche il baronato dei Trigona fu segnato dalla presenza di una donna…molto speciale.

Narra una fonte che una pesante carestia colpì il nostro villaggio agli inizi del 700, la gente viveva di stenti e molti bambini morivano di fame. Un giorno d’inverno sul piazzale della Chiesa fu trovato una carretto colmo di frumento, la gente del posto gridò al miracolo. Era il 13 dicembre. Da quel giorno Mons. Matteo Trigona, fratello di Luigi, allora Vescovo di Siracusa,introdusse il culto di Santa Lucia e l’usanza di consumare la pietanza detta:…”la cuccia”.

Ancora oggi il culto di Santa Lucia è amato e venerato con la tradizionale “vampa”, per ricordare il martirio della Santa siracusana.

Nel 1737 è un anno memorabile per la storia di Mirabella, il paese ritornò nelle mani dei Biscari , i quali riconquistarono il diritto di proprietà perso da Francesco Maria e riguadagnato dal fratello Geronimo.

Geronimo Paternò pagò il debito del fratello e riequilibrò la situazione. Prima di morire egli vendette a Vincenzo Paternò Castello principe di Biscari i diritti acquisiti.

La figura di Principi Biscari fu per Mirabella una presenza costante, essi aiutarono la gente del posto piegata dalle varie difficoltà e da pesanti carestie. L’amore e la devozione verso il paese furono segnate da una forte carità cristiana, il loro impegno politico e sociale trasformò un piccolo centro agrario in un ridente cittadina.

Narra una leggenda che durante il terremoto andò perduta una statua lignea raffigurante una bellissima Madonna, icona del nostro paese.

Padre  Francesco Manmano, allora parroco della chiesa soffriva la mancanza della madonna e né fece confidenza al V principe di Biscari, Ignazio che non esitò un attimo di fare omaggio alla chiesa di un bellissimo quadro raffigurante la Madonna con il bambino.

La tela ad olio di autore sconosciuto domina ancora oggi dall’altare maggiore della nostra Chiesa, il suo sguardo amorevole ha confortato migliaia di devoti, il suo cuore ha accolto le preghiere di centinaia di mamme.

Con l’omaggio dei Biscari si rafforzava nella tradizione mirabellese il culto di Maria, poiché è fonte certa, la devozione e l’amore dei Principi Biscari verso il culto mariano. Da quel giorno il quadro fu portato in processione per le strade del paese a benedire persone e case.

Tre furono le generazioni dei principi Biscari a essere coinvolte nella nostra storia, tra di loro emerge la figura di Ignazio detto “il grande”, archeologo ed estimatore del bello fu fondatore del Museo Biscari a Catania.

Gli fu moglie devota: Anna Maria Morso Bonanno che condivise con lui l’amore e il buon governo.

Niente sarebbe stato possibile ad Ignazio se al suo fianco non sarebbe stata la figura di un altro grande uomo: Vincenzo Manmano Gussio di Agira, suo amministratore fino il 1805.

A lui Mirabella deve progresso e case dignitose che vennero a sostituire lugubri tuguri e una vita di stenti.

Le spoglie di questo grande uomo sono tumulate nella Chiesa di Maria SS delle Grazie, sulla navata destra.

Siamo nell’anno 1902,  a Mirabella giungeva un’altra grande donna, l’ultima principessa della nostra storia. Angelina Auteri, sposa di Ignazio Paternò Castello principe di Biscari.

Fu l’ultimo grande esempio femminile della nostra storia, donna forte e caparbia, visse con umiltà il disegno che Dio le ebbe riservato. Difficile fu la sua rinuncia ai voti sacramentali, poiché costretta alle nozze con Ignazio, visse in silenzio un immenso dolore e disagio.

Il cammino di ritorno a Dio fu arduo e difficile, al fianco di un marito che viveva la fede a suo modo.

Nonostante mille traversie Angelina riuscì a concretizzare un suo importante progetto imprenditoriale: Il Tombolo, che divenne ed è ancora oggi riconoscimento del nostro paese nel mondo.

La grave malattia di Ignazio culminata in un miracolo aprì gli occhi ai principi, decisero entrambi di lasciare i loro beni per seguire un bene più grande,l’amore di un Dio che mai li aveva abbandonati.

Dalle Suore dorotee il progetto fu sostenuto, a loro la baronessa chiese aiuto e supporto per il grande lavoro. Era l’anno 1910, quando giunsero nel nostro paese un gruppo di suore dorotee, appartenente all’ordine della Frassinetti. Costante fu

l’impegno, prezioso e determinante l’aiuto si rivelò alla cultura del posto. Santa Paola Frassinetti, figura centrale dell’ordine delle dorotee è divenuta negli anni una fonte di speranza e devozione per decine di famiglie.

Nell’anno corrente 2010 il Tombolo festeggia 100 anni di storia a Mirabella,ha rappresentato un pilastro nell’economia del paese, ma soprattutto ha siglato l’indipendenza femminile all’interno le pareti domestiche.

In 400 anni di storia, Mirabella ha consegnato alla tradizione e alla cultura diverse figure di donne e di uomini, la loro genuinità, la freschezza e il calore umano hanno prodotto tradizioni e usi locali.

Dimenticare noi non dobbiamo le centinaia di donne del secolo scorso, che con il loro lavoro artigianale e la dedizione alla loro famiglia hanno reso al nostro comune un grande tributo sia sociale che economico.

Per decenni il tintinnio dei fuselli a” parraccu” hanno scandito le quiete giornate di lavoro e la fatica di anni bui e tristi. Mirabella così meritò il nome di :

Città del Tombolo”,culla che custodisce la tradizione del pregiato pizzo.

Sotto lo sguardo attento di Maria, Mirabella una moderna cittadina divenne, rendendo dignità agli antenati che l’hanno vissuta.

Maria SS delle Grazie, come una mamma i suoi figli ha seguito. Piegati li ha rialzati, delusi li ha incoraggiati,malati li ha guariti…mai li ha abbandonati.

In te confidiamo Santissima Madre,e dopo 400 anni riconfermiamo il tuo culto nella nostra comunità, come allora entrava la tua immagine nel tempio a te dedicato, e ancora oggi il tuo popolo ti vuole rendere omaggio.

Ultimo affettuoso ricordo vola alla figura di don Filippo Iurato,che amò profondamente la nostra Madonna,e in occasione della solenne festività della nostra patrona, il pensiero vola alla possente voce di un uomo di chiesa che per 60 anni gridò: Viva Maria.

Questo lavoro è stato realizzato, in occasione del IV centenario di fondazione, dall’Associazione Turistica Proloco. Un excursus storico dei fatti mirabellesi, ricordando l’importante contributo femminile nella nostra tradizione.

Sperando di aver reso al popolo di Mirabella cosa gradita, ringrazio tutti coloro che sono intervenuti al corteo storico di gg 16 agosto 2010.

Un ringraziamento speciale ai ragazzi che si sono prestati al “gioco”, in ordine cronologico:

Luca Novello e Nisi Federica (i fondatori)+ cortigiana ( D’angelo Mariabarbara)

Fiscella Stefania e Boscaglia Vincenzo (sbruffa e  guardia)

Martines Giuseppe e Cavolina Marzia ( Giuseppe e Innocentia)

Spagliarisi Salvatore in Mons. Matteo Trigona

Guzzetta Salvatore e Giustolisi Martina ( Ignazio principe di Biscari e Anna Maria Morso Bonanno)

Interlandi Vincenzo (Vincenzo Gussio Manmano di Agira)

Scroppo Maria (cortigiana)

Le suore dorotee rappresentate da Suor Sabina, madre superire dell’Ist. A Mirabella

Le donne del Tombolo rappresentate dall’associazione Ex alunne di Angelina

Associazione Portatori di Mirabella.

Alle volontarie della Pro loco

Al mio caro amico Paolo Politi (correlatore)

Per ultimo il nostro grazie va Don Angelo Geraci e all’amministrazione comunale.

Il presidente dell’associazione

Sara La Delfa


Risposte

  1. Buona descrizione della Storia di Mirabella, che io da mirabellese di nascita, ma vissuto solo pochi anni a Mirabella, non conoscevo affatto. Ricordo sempre con piacere i pochi anni trascorsi a Mirabella (sei) ed i luoghi sono rimasti impressi nella mia mente ed ogni volta che vengo lì in paese li rivivo come allora.Mi riferisco agli dal 1946 al 1952. Auguri a tutti voi cercate sempre di valorizzare questo bel paese.


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